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Le prove di recupero dei debiti scolastici per l’A.S. 2022/23 si svolgeranno l’1 e 2 settembre, presso la sede di via Paolini, secondo il calendario sotto allegato che sostituisce e rettifica il precedente.

Gli studenti che allo scrutinio finale di giugno abbiano riportato una votazione inferiore al 6 con sospensione del giudizio devono sostenere le prove. Le prove di verifica, della durata massima di 2 ore, saranno tutte scritte.

Si invitano gli studenti a controllare con cura il calendario e a rispettare la massima puntualità. È consentito l’uso dei dizionari (Italiano, Latino, Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco) e della calcolatrici (Matematica, Fisica). 

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Le prove di recupero dei debiti scolastici per l’A.S. 2022/23 si svolgeranno l’1 e 2 settembre, presso la sede di via Paolini, secondo il calendario sotto allegato che sostituisce e rettifica il precedente.

Gli studenti che allo scrutinio finale di giugno abbiano riportato una votazione inferiore al 6 con sospensione del giudizio devono sostenere le prove.
Le prove di verifica, della durata massima di 2 ore, saranno tutte scritte.

Si invitano gli studenti a controllare con cura il calendario e a rispettare la massima puntualità.

È consentito l’uso dei dizionari (Italiano, Latino, Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco) e della calcolatrici (Matematica, Fisica).

Si comunica che, come da calendario allegato, verranno attivati i corsi di recupero rivolti agli studenti che allo scrutinio finale abbiano riportato la sospensione del giudizio e per i quali sia stata indicata come modalità di recupero la tipologia “Corso di recupero”.

I corsi si terranno presso la sede di via Paolini, nelle date e orari specificati nel prospetto. L’indicazione dell’aula sarà fornita dalla portineria all’ingresso. Per la partecipazione ai corsi gli studenti non devono inoltrare alcuna comunicazione o richiesta di iscrizione, ma sarà sufficiente che si presentino alle attività calendarizzate

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Non ricordo mi sia mai capitato di rivolgermi direttamente a voi in una comunicazione ufficiale, almeno nel mezzo. Ma, giunti alla fine dell’anno scolastico, pur schivo e silenzioso per natura e formazione, non mi dispiace fare appello alle magnifiche sorti e progressive di leopardiana memoria e indugiare sulle grandi speranze che, ne sono certo, sono ben riposte in ciascuno di voi. Ultimamente ho raccolto in collegio lamentele, che ritengo segnatamente fondate, relative al clima un po’ sopra le righe (…), constatato l’ultimo giorno di scuola dello scorso anno scolastico.

Non stento a immaginarlo dai pochi secondi dedicati al racconto che, mi piace immaginare, a metà tra un rituale dei baccanali (che la sacerdotessa campana Anna Paculla, come saprete, trasformò in momenti in cui ogni nefandezza era possibile) e il carnevale di Rio, con balli, schiamazzi, trenini in corridoio, secchi d’acqua et similia, degne, piuttosto, delle avventure di Encolpio e Gitone che Petronio ha icasticamente rappresentato nel Satyricon.

E’ solo il caso di chiarire che non siamo affiliati ad alcun rito bacchico, che il Brasile, è noto, non è propriamente a portata di mano e che Trimalchione non ha allestito alcun banchetto per gli studenti dell’Enriques: almeno non all’interno di nessuna delle sedi dell’Istituto. Comprendo la gioia irrefrenabile dell’ultimo giorno di scuola che, immagino, sia per ogni studente la vera fine dell’anno con il falò (immaginario) delle verifiche, delle nottate trascorse, sobri, sui libri, delle paure, di docenti antipatici da non immolare a nessun accolito, para o semidivinità, del corteo di Priapo; gioia prodromica alla spensieratezza (vorrei per tutti) e di quei momenti di leggerezza che solo l’estate riesce a figliare. Ma si può gioire dentro, molto in profondità e nel più totale, quasi mistico nascondimento, senza esplodere: è utile considerare, rivisitando La psicologia delle folle di Le Bon, come la massa, unita, possa diventare una forza distruttiva, priva di una visione d’insieme, permeata da sentimenti di intolleranza, da un senso profondo di deresponsabilizzazione generante emozioni semplici, primitive che fanno regredire allo stato tipico del selvaggio (neanche tanto buon): non posso credere sia quest’ultimo l’identikit dello studente tipo del mio liceo, in preda sì al furore dionisiaco ma sempre alla ricerca dell’apollineo. Con alle spalle un numero oltremodo ragguardevole di anni di servizio, so bene che il conflitto va sempre, necessariamente, composto, così come le aspettative di tutti. E che la vita è un compromesso: Nietzsche, infatti, ancorché con sommo disappunto, insegna che l’apollineo, alla fine, ha prevalso.

Chi immaginerebbe gli studenti, l’ultimo giorno di scuola, uscire dal liceo in silenzio; si rischia di finire sui giornali! Vengo al dunque: dopo aver parlato con i vostri rappresentanti in Consiglio d’Istituto, è sembrato plausibile l’8 giugno limitare le lezioni dalle 8.00 alle 11.00 in tutte le sedi: salterete 15 minuti di ricreazione ma avrete ore per stare insieme, com’è giusto che sia, l’ultimo giorno di scuola per condividere momenti di gioia all’aperto, ai giardini, al mare che, ed è il mio augurio, possano, almeno nei vostri ricordi, non avere fine. E’ il mio intendimento e con queste informali righe, formalmente lo comunico. Spero di non sbagliare e che, soprattutto, apprezzerete. Il Dirigente Scolastico Prof. Paolo M. Reale (firma autografa sostituita a mezzo stampa, ex art. 3, c. 2, D.Lgs. 39/93)

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